Fra i numerosi elementi su cui si fonda la disciplina Pilates ne spicca uno verso il quale non si ha ancora sufficiente attenzione e il cui significato potrebbe racchiudersi in una semplice frase: “stabilizzare per mobilizzare” (stabilize to mobilize). Accade spesso, non solo nel Pilates, che si dia importanza esclusivamente a ciò che si sta mobilizzando, ignorando invece la “staticità”, talvolta reputata meno importante. Il Pilates non definisce la staticità sinonimo di inattività! Prima di eseguire un movimento sarebbe opportuno comprendere quale parte del corpo non è inclusa nello stesso e la cui mobilizzazione comporterebbe invece un errore, e quindi avere ben chiaro cosa prima stabilizzare per poter correttamente mobilizzare. Si precisa inoltre che anche il mantenimento di una posizione, nonché l’apparente staticità, implica l’attivazione di specifici muscoli e tale lavoro, nel metodo Pilates, ha valore tanto quanto la mobilizzazione. Quest’ultima può essere infatti strettamente connessa all’obiettivo, fra quelli primari del Pilates, di stabilizzazione poiché, in un esercizio in cui è previsto il mantenimento di una sezione del corpo in una ben precisa posizione, il movimento di un’altra parte rappresenta un elemento di disturbo per la stabilizzazione, nonché un ulteriore impegno, anche muscolare, per il raggiungimento di tale scopo. È grazie a ciò che entrano in gioco alcuni dei principi della disciplina: la concentrazione, la precisione ed il controllo. Una pratica in cui è assente o insufficiente il rapporto fra mente e corpo risulterà poco benefica, viceversa un allenamento svolto con concentrazione soddisferà le nostre aspettative. A tale principio va sommato il massimo controllo che produrrà una sempre maggiore precisione dell’esecuzione del movimento.

Vale la pena dedicarsi alla scoperta delle numerose sfaccettature di questa affascinante e complessa disciplina!