Allo stato attuale, le tecniche di riabilitazione della mano e del polso, sono fra le branche mediche che si sono evolute maggiormente, grazie anche all’utilizzo di nuove tecnologie.
Gli studi anatomici su cadavere, uniti alle scoperte in campo neurofisiologico hanno consentito di rendere più accurato l’approccio chirurgico e quello riabilitativo di questo distretto così delicato e complesso.
La mano e il polso infatti racchiudono tendini, legamenti, ossa, vasi sanguigni e linfatici, muscoli, nervi compattati in uno spazio di dimensioni cosi ridotte che una disfunzione di un solo componente spesso pregiudica una o più strutture ad esso correlate.
Per questa ragione è iniziato l’impiego di tecnologie d’avanguardia in chirurgia plastica e ortopedica, dal microscopio alla stampante 3D, consentendo di raggiungere livelli di precisione e accuratezza mai raggiunti prima.
Anche la riabilitazione si è evoluta di pari passo: gli studi sulla deep fascia, la sperimentazione nell’impiego di materiali termoplastici e l’applicazione di principi di fisica medica in modo innovativo hanno consentito di far diventare possibile l’impensabile.
La fisioterapia post intervento, ad esempio, fino a qualche anno fa cominciava in media dopo 21 giorno dalla chirurgia, oggi i protocolli internazionali suggeriscono di iniziare dopo sole 24 ore.
Nella maggioranza dei casi le docce gessate (o comunemente “i gessi”) sono stati sostituiti da materiali termomodellabili, confezionati su misura dal fisioterapista in pochi minuti davanti al paziente che consentono di ovviare alle principali problematiche del gesso: maggiore comfort anatomico, riduzione del dolore, ispezionabilità della ferita chirurgica e igiene sono solo alcuni dei vantaggi. Ma sopratutto la possibilità di iniziare la riabilitazione dal primo giorno dopo l’intervento, riducendo i rischi di complicanze e aumentando significativamente la probabilità di successo della chirurgia.
Tutto questo si traduce in vantaggi sia in termini di tempo risparmiato (del paziente e dei professionisti) che in termini di costi abbattuti (pubblici o privati).
Le tecniche riabilitative consistono in particolari mobilizzazioni e manipolazioni per cui nella maggioranza dei casi sono sufficienti una o due sedute settimanali col fisioterapista, continuando poi la riabilitazione a casa attraverso esercizi di autotrattamento sotto la supervisione iniziale del fisioterapista, limitando i costi e le difficoltà logistiche (non potendo utilizzare la macchina nelle prime settimane). Infine elettromedicali come l’elettroterapia selettiva,gli apparecchi di vacuum terapia e vibrazione meccanica favoriscono un trattamento precoce ed efficace dei tendini, i nervi e delle cicatrici chirurgiche, limitando il rischio di degenerazione tissutale come aderenze o cheloidi e favorendo (perché no!) la formazione di una cicatrice esteticamente gradevole e invisibile.
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