Ci siamo mai soffermati a pensare quale sia lo sviluppo, in fase embrionale, della nostra colonna vertebrale? A tal proposito è curioso precisare che essa in un primo momento non appare nella forma e con le caratteristiche con cui si presenta in un individuo adulto, bensì è soggetta ad una graduale crescita.
La colonna vertebrale è una robusta struttura che si compone di 33-34 ossa sovrapposte, le vertebre appunto. Sostiene il capo e il tronco al quale si articolano gli arti superiori ed inferiori e protegge il midollo spinale che decorre al suo interno. La colonna crea quattro curve armoniose: due concave, la lordosi cervicale e la lordosi lombare, e altre due curve convesse, la cifosi toracica e la cifosi sacrococcigea. Durante il periodo fetale l’embrione presenta un’unica curva cifotica, tuttavia l’irrefutabile necessità dell’essere umano di esplorare e conoscere il mondo in cui vive fa sì che si sviluppi una curva secondaria, la lordosi cervicale e quindi la prima curva lordotica che consente i movimenti proprio del capo. A questo primo processo segue la formazione della seconda curva lordotica, quella lombare, che conferisce equilibrio all’intera struttura. La porzione cervicale della colonna vertebrale presenta sette vertebre, il segmento toracico o dorsale è l’insieme di dodici vertebre le quali si articolano alle coste, mentre il tratto lombare si compone di cinque vertebre. A questi seguono, in senso discendente, l’osso sacro e il coccige: il primo è costituito da cinque vertebre fuse l’una all’altra, il secondo è l’insieme variabile di quattro o cinque vertebre. La colonna vertebrale oltre a sostenere il peso del corpo e a proteggere il midollo spinale ha lo scopo di ammortizzare i colpi a cui siamo sottoposti grazie anche alla presenza dei dischi intervertebrali posti fra ogni vertebra e la successiva; inoltre le vertebre fuse a formare l’osso sacro e il coccige partecipano alla formazione della pelvi.
La nostra colonna, sebbene sia una robusta impalcatura ossea, è oggigiorno sottoposta a notevoli stress e ad errate abitudini posturali a cui si somma frequentemente la mancanza di un’adeguata attività fisica. L’insieme di questi fattori contribuisce nell’insorgenza di patologie pertanto è bene attenzionare lo stato di salute del proprio rachide fin dall’età preadolescenziale. Il Pilates rappresenta un efficace percorso di allenamento da seguire già in giovane età per prevenire squilibri posturali del rachide poiché lavora allo stesso tempo su forza ed elasticità muscolare sottoponendo, a differenza di altre discipline, entrambi i lati del corpo al medesimo sforzo. Nei casi di scompensi posturali invece un protocollo ben strutturato di Pilates Posturale permette al paziente di ripristinare sistemi motori originari e di migliorare la postura.
“Il corpo non finisce alle caviglie”. Il messaggio che esprime questa celebre frase pronunciata da Ron Fletcher, allievo diretto per quasi vent’anni di Joseph Pilates, dovrebbe echeggiare in tutti gli... Leggi tutto
Fra i numerosi elementi su cui si fonda la disciplina Pilates ne spicca uno verso il quale non si ha ancora sufficiente attenzione e il cui significato potrebbe racchiudersi in... Leggi tutto